Se il vino italiano dovesse ringraziare qualcuno per essere diventato così noto e apprezzato nel mondo, quel qualcuno sarebbe proprio Angelo Gaja. In particolare a ringraziare Angelo dovrebbe essere il Barbaresco che, grazie al sig.Gaja, è riuscito a diventare qualcosa di più che “il fratello minore del Barolo”.
Anche molte aziende devono riconoscere che è proprio grazie a lui se riescono a vendere i loro vini a determinati prezzi.
Non fosse esistito, in Italia i bicchieri di Riedel non sarebbero mai arrivato e tutta una serie di aziende straordinarie di vini esteri, Gosset, Pierre Peters, Bodegas del Palacio de Fefiñanes, Domaine Weinbach, Leon Beyér, William Fevre, Miraval, Château d’Esclans, Guigal, Louis Jadot, Vega Sicilia, Tinto Pesquera, Kistler, Yalumba, Denis Mortet, François Mikulski, Pascal Jolivet, Henschke, Château Filhot, Château Piada, Altos Las Hormigas, Domaine Ferret, Joseph Phelps, e molti atri, non sarebbero distribuite in Italia dalla sua società e trovarli sarebbe impossibile.
Per fortuna però Angelo Gaja, le Roi, il Giove Tonante dell’enologia italiana, secondo una felice definizione, classe 1940, oggi non compirebbe, in forma smagliante, i suoi primi 80 anni di una vita che è perfettamente in linea con il titolo di un capolavoro di Pablo Neruda, Confesso che ho vissuto…
Auguri anche da parte nostra Angelo, grazie di tutto quello che hai fatto e quello che farai : chapeau!
Fonte : VinoAlVino