Nonostante il calo dei buyer, la decisione è stata apprezzata dal mondo del vino.

Che il quadro dell’andamento del coronavirus fosse difficile da decifrare, l’Italia l’ha capito a proprie spese, soprattutto durante l’ultima settimana. Allora la decisione di Veronafiere di spostare il Vinitaly non poteva che essere accolta positivamente dall’intero mondo enoico, fiducioso che, per Giugno, l’Italia si sarà messa alle spalle un’emergenza sanitaria senza eguali,che rischia di avere gravi conseguenze sull’intera economia del paese, a cominciare dal grosso danno di immagine che stiamo avendo all’estero.

Il pensiero delle aziende

Veronafiere :

“Vinitaly a giugno è un cambiamento importante, ma credo che si dimostrerà occasione di rilancio dei rapporti tra il vino ed i mercati che, in questo momento, non sono connessi, dagli Usa all’Asia, ma anche con i mercati continentali e del Nord Europa, che in questo momento hanno delle difficoltà a relazionarsi con il nostro Paese. Ho fiducia, è un mese ricco di manifestazioni, con cui il made in Italy punta a ripartire, non basteranno gli sforzi di Veronafiere o di Vinitaly, ci aspettiamo lo sforzo del sistema Paese”, dice il dg di Veronafiere Giovanni Mantovani.

Bertani :

Secondo Ettore Nicoletto, neo ad di Bertani Domains : “C’è anche da ricostruire un’immagine danneggiata da ignoranza e cattiva comunicazione, ma credo che presto Europa e Usa si renderanno conto che il problema è mondiale, e l’Italia è stata solo la prima vittima. C’è stata ignoranza ed indisponibilità a comprenderne la portata internazionale, ma questa pausa, per tutto il lavoro del vino italiano, impossibilitato a muoversi al di là delle fiere, costringerà le imprese a focalizzarsi sul mercato interno, trascurato da anni, e poi – conclude Nicoletto – approfittiamo per fare analisi sul nostro modello di business, per essere pronti quando tutto sarà risolto”.

Santa Margherita :

D’accordo anche il neo ad di Santa Margherita, Beniamino Garofalo :  “Siamo in presenza di una situazione eccezionale che impone una risposta adeguata. La prima, deve arrivare dal sistema-Verona che a giugno dovrà affrontare una sfida davvero imponente: conciliare la più grande kermesse del vino col primo, per numeri, festival lirico all’aperto del mondo. Date coincidenti, spazi limitati, servizi da utilizzare (alberghi, ristoranti, trasporti, ecc.) coincidenti. Verona deve dire per tempo se è in grado di reggere a tutto questo e con quali modalità. Seconda risposta che non possiamo prevedere – prosegue Garofalo – è quella che deve arrivare dal sistema-vino italiano ed internazionale inteso come buyer, distributori, operatori Ho.re.ca e della grande distribuzione: a giugno che disponibilità avranno? Il sistema – penso a bar e ristoranti – avrà retto all’assenza di business attuale? Non lo sappiamo, così come non possiamo sapere se a giugno ci saranno ancora le limitazioni al traffico aereo da e per l’Italia. Quindi, non navighiamo a vista, ma come Santa Margherita Gruppo Vinicolo abbiamo elaborato più scenari che dal positivo virano anche al negativo. Facciamo il tifo per il primo scenario, ovviamente, ma è doveroso considerare anche il secondo, così come pensare a come sostenere i nostri clienti in Italia e nel mondo. Per il prossimo futuro assumeremo decisioni e stabiliremo piani d’azione che permettano alla nostra comunità – le nostre cantine, ma anche i nostri partner commerciali – di proseguire con efficacia nel business in modo che da questa crisi nascano nuove opportunità”.

Antinori :

Traspare apprezzamento dalle parole di Renzo Cotarella, ad della Marchesi Antinori che dice : “fare previsioni è difficile, ma la scelta di rimandare Vinitaly a giugno è intelligente e cautelativa, sperando che tutto sia passato per quel momento. È una data anomale, all’inizio dell’estate, in una fiera che rischia di soffrire il caldo, ma in questo momento l’importante è che si possa fare bene, perché Vinitaly è importante e ci vuole rispetto. Ma ancora più importante – chiosa Renzo Cotarella – è che il vino italiano torni alle vecchie abitudini, che torni a viaggiare ed a promuoversi nel mondo, al di là dell’aspetto fieristico”.

Ferrari :

L’augurio, dice Matteo Lunelli, a capo della griffe del Trentodoc Ferrari , “è che si possa rivelare un ottimo Vinitaly , ma ci dobbiamo aspettare un’affluenza inferiore di stranieri. Molto dipende ovviamente da come evolverà la diffusione del coronavirus nelle prossime settimane, è difficile fare previsioni, ma è giusto il rinvio a giugno. La situazione, non lo nascondiamo, è critica, ma penso che sia un segnale anche quello di non cancellare la fiera, anche se l’accavallamento con il Salone del Mobile non sarà di facile gestione, ma ne colgo il senso e l’obiettivo. Il messaggio che, come settore vino, dobbiamo dare, è quello di un mondo che non si ferma, mantenendo però alto il senso di responsabilità per tenere sotto controllo la diffusione del vino. La salute delle persone è centrale, dobbiamo mantenere la razionalità, anche se – conclude Matteo Lunelli – la mancanza di momenti di socialità e condivisione impatterà sui consumi di vino, specie ovviamente nei bar e nei ristoranti, che per un po’ avranno delle difficoltà”.

 

Data la situazione siamo contenti del rinvio del Vinitaly, con l’augurio che  si possa svolgere al meglio.

Come avete preso questo cambio di programma riguardante il Vinitaly ?

 

Fonte : WineNews

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